Storia

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Tre secoli di storia

Dove oggi sorge l'Hotel Principe di Villafranca, nel 1712 crescevano a malapena le erbacce selvatiche.
Ciò nononstante, Giuseppe Alliata e Colonna, principe di Villafranca, decise che lì doveva nascere
un giardino delle meraviglie, il Firriato, che vuol dire "cinto da mura". All'interno di questo parco,  
vasto come centotrenta campi da calcio, il principe fece piantare aranceti e aiuole fiorite, orti e alber, che insieme
a sorgenti, viali, giochi d'acqua e cascate resero questo luogo il più bel parco della Sicilia per oltre 150 anni.
Due laghi dove pescare assicuravano, insieme ai daini, cervi e struzzi che vivevano liberi nel parco,
diletto al principe e ai suoi ospiti, mentre le due grandi scuderie, contenenti più di cento cavalli,
assolvevano ai bisogni della famiglia ma anche del servizio postale del regno.


Nel 1820 iniziarono però i lenti espropri che mutarono il volto al Firriato, e cambiarono per sempre il suo destino.
Prima una striscia di terra, che lo divise in due rendendone difficile la gestione , fu destinata alla realizzazione
di quella che sarebbe diventata via della Libertà. Poi nel 1833 fu espropriato il terreno coltivato a cardi, che
venne utilizzato per la costruzione del carcere borbonico dell'Ucciardone.
Infine, tra il 1891 e il 1892 il parco ospitò tra i suoi pini e i cipressi i padiglioni dell'Esposizione Nazionale
progettati da Ernesto Basile, lanciando il quartiere verso il suo futuro.


Il giardino dell'aristocrazia cedeva infatti il passo, anno dopo anno, a una radicale mutazione verso il
quartiere della nuova borgesia palermitana, che, nell'angusto spazio tra una città aristocratica e barocca e la
campagna dove le grandi famiglie nobiliari avevano le loro case di villeggiatura, stava faticosamente reclamando nuovi spazi
e nuovi stili. Fu così che l'attuale quartiere dove sorge l'hotel si trasformò in una fucina sperimentale per l'Art Nouveau,
il linguaggio architettonico che i nuovi ricchi scelsero per raccontare la loro ascesa. Palazzine, ville, chioschi e teatri erano
i nuovi simboli di questa Palermo all'avanguardia, come quelli che circondano l'hotel: il Kursal Biondo, il chiosco Ribaudo al Politeama, il Villino Favaloro,
Casa Gregorietti, Palazzo Paladino, Palazzo Dato, Palazzo Failla e il villino Ida, tutti simboli di una Palermo
 capitale europea insieme a Parigi e a Vienna, la Palermo delle officine Ducrot, e della famiglia Florio.


Dagli anni cinquanta, il sito dove oggi si trova l'attuale Hotel Principe di Villafranca ospitava una delle più
famose strutture alberghiere dell'epoca, l'Hotel Metropole, celebre per il suo stile all'avanguardia e per la clientela prestigiosa,
che spaziava dai più influenti politici alle star dello spettacolo, ai nomi più celebri della cultura dell'epoca.


Chiuso negli anni '80, l'Hotel Metropole fu rilevato nei primi anni '90 e trasformato nel primo boutique hotel della città,
il Principe di Villafranca, che aprì nel 1998. Punto di riferimento della Palermo della cultura e degli affari per un decennio, nel 2010 l'Hotel entra a fare parte
con l'Hotel Plaza Opéra del gruppo The HotelSphere, e viene sottoposto a un rigoroso quando soprendente restyling
che sembra avere riportato alla vita una per una tutte le anime di questo luogo soprendente, dalla poliedricità
del Firriato di Villafranca alla grazia del Liberty, dalla sofisticata eleganza dell'Hotel Metropole alla moderna ricerca del primo Novecento.